In occasione della realizzazione di "Twelve" disegnato da Alessandro Mendini e realizzato da Riva 1920, abbiamo chiacchierato con Maurizio Riva, che insieme ai suoi fratelli gestisce l'azienda.

Riva è un'azienda molto attiva, con molte idee e commesse importanti. Come nasce questa voglia di fare? E come cerca di trasmetterla alle persone che lavorano per lei?

Ritengo che ogni essere umano, se ha la fortuna di godere della salute, abbia il diritto e il dovere di andare a lavorare e debba, anche attraverso il suo impegno professionale, lasciare una traccia positiva nella sua vita, avendo soprattutto a cuore le generazioni future.

Nelle vostre collezioni viene data molta importanza al materiale: utilizzate legno di riuso, ad esempio. Come mai questa scelta?

Noi siamo falegnami e i veri falegnami lavorano il legno vero. Abbiamo intrapreso la strada dei legni di riuso perché, attraverso la loro rinascita, venga data un’altra vita al legno, materiale prezioso che la natura con grande fatica riesce a regalarci.

Quello che ci lega ai nostri artigiani è un rapporto molto stretto, di grande fiducia e stima reciproca, che ci permette di crescere insieme e di lavorare ogni giorno seriamente e con passione, creando prodotti sani, naturali e da tramandare nel tempo.

Oltre alla realizzazione di una vostra linea di arredi, lavorate a stretto contatto con famosi architetti. I professionisti cercano la vostra esperienza o sanno sempre quello che vogliono?

Lavorare con grandi architetti e designer del livello di Italo Rota, Paolo Pininfarina e molti altri per noi è sempre una grande emozione. Ogni giorno con loro è un lavoro di ricerca a 360°, un confronto, uno scambio reciproco e una crescita umana e professionale.

Come nasce l'idea di "Giulia", il cavallino disegnato da Pininfarina?

Il cavallino “Giulia” è nato quando l’Ing. Paolo Pininfarina era in procinto di diventare papà. “Giulia” è infatti il nome di sua figlia. Un dondolo in cedro profumato del Libano che anch’io, da nonno felice di due nipotini quale sono, ho molto a cuore.

Quali sono i due progetti Riva a cui lei è personalmente più legato?

Uno dei progetti ai quali credo di essere maggiormente legato, soprattutto per il suo valore simbolico, è Ground Zero, iniziativa che ha visto la realizzazione di cinque tavoli in kauri firmati da importanti designer e battuti poi all’asta per destinare i proventi ai figli dei pompieri italo americani deceduti durante l’attacco alle Twin Towers dell’11 Settembre 2001. L’altro progetto che mi ha coinvolto molto emotivamente è sicuramente anche quello del recupero dei pali della Laguna, meglio noti con il nome di Briccole, attraverso la collezione “Tra le Briccole di Venezia”, firmata da 34 architetti e designer di fama internazionale.

Realizzate molti progetti nel sociale, qual è ultimo di cui vi siete occupati?

L’ultimo progetto a sfondo sociale che abbiamo intrapreso è quello del recupero del legno delle botti della comunità di San Patrignano. Quando ho visitato la comunità per la prima volta ho avuto un colpo al cuore, vedendo e conoscendo tutti quei ragazzi che hanno perso la loro strada ma che, attraverso il lavoro in comunità, cercano di ritrovarla. Dopo aver visitato la cantina di San Patrignano, dove sono conservate le botti che, ogni tre anni, devono obbligatoriamente essere sostituite, ho pensato immediatamente di dare vita al progetto di riciclo del loro legno. Ho quindi coinvolto oltre 30 designer e architetti che hanno disegnato degli oggetti, realizzati poi direttamente dai ragazzi della falegnameria della comunità proprio riutilizzando il legno delle loro botti.

Avete inventato diversi concorsi che mettono in dialogo l'azienda con i rivenditori, i curiosi e gli appassionati; quali altre iniziative avete in cantiere?

Con la nascita del Circolo del Legno, associazione che riunisce tutti gli appassionati di questo prezioso materiale, ogni mese organizziamo, all’interno del nostro Showroom Museo del Legno, conferenze e workshop che ruotano intorno a questo nobile materiale e a tutte le possibili tematiche connesse, attraverso le quali confrontarsi e scambiare idee e impressioni. Allo stesso tempo accogliamo i giovani e tutti quelli che vogliono scoprire il nostro mondo presso le nostre fabbriche attraverso “Porte Aperte”, iniziativa che permette di visitare le nostre unità produttive e di vedere il nostro ciclo di produzione, dal taglio del tronco fino al prodotto finito.

Il vostro Museo del legno è unico nel suo genere: com'è nata questa collezione?

La collezione di tutti gli strumenti presenti all’interno del nostro Museo del Legno nasce dalla volontà di raccogliere tutto ciò che i nostri avi hanno usato durante la loro vita, con il fermo obiettivo di conservare e tramandare alle future generazioni la nostra storia e le nostre tradizioni.

Nella vostra azienda lavorano molti artigiani eccellenti, che rapporto avete con le vostre maestranze? Come viene tramandato il loro sapere agli apprendisti?

Quello che ci lega ai nostri artigiani è un rapporto molto stretto, di grande fiducia e stima reciproca, che ci permette di crescere insieme e di lavorare ogni giorno seriamente e con passione, creando prodotti sani, naturali e da tramandare nel tempo.